Programma

Questo programma nasce da un processo collettivo, frutto di incontri aperti, discussioni e condivisione tra colleghə, che si è intensificato negli ultimi mesi. Un percorso iniziato già con il CPPP e proseguito con PAZ, che ha visto l'approfondirsi delle idee e delle proposte.

Il nostro obiettivo è mantenere sempre aperto il confronto, perché crediamo che anche questo programma non debba mai essere considerato definitivo, ma un punto di partenza che può evolversi nel tempo.

Il nostro obiettivo è mantenere aperto il confronto, perché questo programma, come le nostre idee, è in continua evoluzione

Un processo che ha radici nel lavoro del CPPP e di PAZ. Il nostro obiettivo è mantenerci costantemente in discussione, affinché questo programma, come le nostre idee, resti aperto al cambiamento e non si consideri mai definitivo.

Indice

  1. TUTELA

  2. PRESA DI POSIZIONE E RESPONSABILITÀ ETICA E SOCIALE

  3. LINGUAGGIO AMPIO

  4. GENITORIALITÀ

  5. SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

  6. TERZO SETTORE

  7. CONTINUITÀ DELLA CURA TRA PUBBLICO E PRIVATO

  8. TIROCINIO E VOLONTARIATO

  9. CARCERI

  10. SCUOLA

  11. NUOVI AMBITI DI INTERVENTO E NUOVI STRUMENTI DI LAVORO

  12. MAPPATURA

  13. PROVINCE

  14. CONTATTI CON ALTRI ORDINI PROFESSIONALI


TUTELA

Il compito primario di ogni Ordine Professionale è rappresentato dalla tutela degli interessi connessi all'esercizio della professione.

Questo si concretizza nella garanzia di un percorso formativo coerente con le competenze professionali e nella tutela di tali competenze, con l'obiettivo di coniugare la difesa della categoria e l'interesse dell'utenza. L'Ordine Professionale è inoltre il garante del riconoscimento formale della professione da parte dell'autorità politica.


Riteniamo indispensabile lavorare su tre tipi di tutela:

  • Dell'utenza: contrastare ogni forma di abusivismo sia con l'azione diretta della Commissione Tutela sia nella diffusione di contenuti divulgativi che promuovono cultura psicologica;

  • Dellə professionistə: creare spazi di confronti e di condivisione sulle questioni deontologiche e garantire un'offerta formativa di livello e relativa a tutti gli ambiti di lavoro della psicologia per aggiornamento continuo e attività di ricerca;

  • Istituzionale: valorizzare il ruolo della psicologia attraverso la partecipazione attiva ai tavoli istituzionali (es. sanità, università, regione, scuole).


PAZ si propone di:

  1. Creare un meccanismo di accoglienza delle istanze se presentate da un numero rappresentativo di persone iscritte;

  2. Implementare i Forum tematici e i Gruppi di Lavoro per favorire la condivisione e l'incontro tra colleghə e sviluppare le diverse aree tematiche della psicologia;

  3. Rafforzare la rappresentanza della Psicologia come professione in tavoli istituzionali e ambiti di rilievo (sanità, istruzione, giustizia, aziende) per contribuire attivamente alla costruzione di politiche e pratiche inclusive del benessere psicologico;

  4. Presenziare ai tavoli regionali in cui vengono discussi interventi sul territorio al fine di consolidare la presenza di psicologhə in settori fondamentali come educazione e sanità, garantendo che il contributo psicologico sia riconosciuto e valorizzato in tutti gli ambiti di intervento sociale.



PRESA DI POSIZIONE - RESPONSABILITÀ ETICA E SOCIALE

La salute mentale è oggi riconosciuta come un aspetto essenziale del benessere, sia individuale che collettivo. Riteniamo fondamentale che l'Ordine promuova una riflessione continua e un impegno costante su queste tematiche, contribuendo alla diffusione di una cultura psicologica che evidenzi non solo le aree di rischio e di sofferenza, ma anche che valorizzi le risorse e le opportunità per la costruzione del benessere. In questa direzione, riteniamo altrettanto importante prendere una posizione chiara rispetto alle scelte politiche che influenzano la sfera psicologica e sociale che interessa l'intera comunità.

Un esempio concreto di questo impegno è stato il sostegno di PAZ alla campagna promossa dall'associazione Non una di meno, che ha richiesto la chiusura della stanza dell'ascolto presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino (ottenuta proprio grazie alla mobilitazione), l'accesso garantito all'aborto, l'incremento dei consultori, il potenziamento del personale sanitario coinvolto e l'applicazione di una legge sulla contraccezione gratuita.


PAZ si propone di:

  1. Prendere posizione tramite la diffusione di comunicati che sensibilizzino l'opinione pubblica su temi rilevanti per la salute mentale e non solo;

  2. Presenziare ai tavoli regionali e nazionali in cui vengono discussi interventi sul territorio che coinvolgono la professione psicologica e che riguardino direttamente la salute mentale e l'attivazione di progetti di prevenzione e di cura;

  3. Promuovere, coinvolgendo lə colleghə, l'attivazione di forum tematici e gruppi di lavoro inerenti la promozione e la tutela del benessere psicologico, con l'obiettivo di strutturare eventi divulgativi e formativi aperti alla cittadinanza;

  4. Collaborare con l'ufficio stampa per costruire canali di diffusione di tematiche psicologiche e strutturare interventi specifici in risposta a eventi di attualità che vertano sulla salute mentale e su come tutelare il benessere psicologico e relazionale. Esempi in questo senso possono essere il contesto migratorio, la violenza di genere, la costruzione di famiglie non biologiche, la situazione delle carceri, ma anche i conflitti internazionali, la crisi ambientale, ecc.


LINGUAGGIO AMPIO

È ormai noto come le parole possano, oltre che contribuire alla costruzione di identità individuali e collettive, essere un potente mezzo per l'affermazione o, al contrario, la negazione di diritti. Nonostante ciò, il linguaggio istituzionale (e non solo) continua a utilizzare il maschile sovraesteso come forma linguistica più consueta, anche nelle comunicazioni del nostro Ordine Professionale, sebbene questo sia composto in larghissima parte da persone di genere femminile.

Riteniamo particolarmente importante, per un'istituzione che ha la responsabilità di rappresentare e promuovere i valori di uguaglianza e rispetto, prendere consapevolezza di come il linguaggio possa essere uno degli strumenti più emblematici della lotta alle disuguaglianze e sosteniamo quindi la necessità di una maggiore rilevanza per le parole che vengono utilizzate nella propria comunicazione.

Tramite l'uso di un linguaggio ampio, infatti, dimostriamo rispetto e riconoscimento per tutte le persone, che possono così sentirsi maggiormente rappresentate. Di conseguenza, possiamo migliorare l'interazione e la cooperazione tra coloro che compongono la comunità professionale.

Infine, un Ordine Professionale che amplia i propri orizzonti linguistici, restituisce alla cittadinanza la volontà di lavorare attivamente per ampliare gli orizzonti mentali, sociali e culturali.


PAZ si propone di:

  1. Modificare il nome ufficiale "Ordine degli psicologi del Piemonte" in "Ordine delle psicologhe e degli psicologi del Piemonte", come già realizzato dagli Ordini regionali del Veneto e della Puglia;

  2. Utilizzare, quanto più possibile, nelle proprie comunicazioni ufficiali e non, un linguaggio ampio e rispettoso di tutte le persone, con particolare attenzione a chi appartiene a categorie marginalizzate (ad esempio: in occasione di eventi e incontri scegliere formule neutre quando si parla di categorie, come "le persone adolescenti e adulte", o declinare al femminile i titoli professionali se a ricoprire i ruoli sono colleghe o se il gruppo di lavoro è composto per la maggior parte da donne; all'interno di bandi di concorso interni, privilegiare formule neutre ("collega"), pronomi indefiniti o strutture impersonali ("chi deve" oppure "è necessario inviare"); evitare, ove possibile, l'uso del maschile sovraesteso o specificare, quando utilizzato, che si riferisce a tutte le persone.



GENITORIALITÀ

La transizione alla genitorialità, sia biologica che adottiva, rappresenta un momento di profonda trasformazione personale e di sfide complesse, che richiedono un sistema di supporto adeguato per tutelare il benessere delle famiglie e garantire la continuità lavorativa.

Il carico del lavoro di cura ricade ancora maggiormente sulla popolazione femminile, anche a causa della esigua durata del congedo di paternità, almeno nel nostro Paese. Questa dinamica ha radici in stereotipi e pregiudizi sociali e culturali che non solo alimentano le disuguaglianze, ma hanno conseguenze dirette sulla partecipazione delle donne al mondo del lavoro, spesso rallentandone la crescita professionale, aumentando il rischio di discriminazioni e abbandono della carriera.

Per le professioniste psicologhe, siano esse libere professioniste o con contratti subordinati, le difficoltà sono quindi amplificate dalla natura del lavoro spesso precario e privo di tutele solide. Le lavoratrici autonome peraltro si trovano a fronteggiare un doppio carico: da un lato, l'assenza di reddito durante il periodo di inattività; dall'altro, le spese fisse legate alla gestione della professione, come gli oneri previdenziali, la quota ordinistica e i costi legati alla formazione continua. Allo stesso tempo, le psicologhe con contratti a termine, part-time o a progetto, vivono una condizione di incertezza economica che può compromettere la serenità necessaria per gestire una fase così delicata della propria vita.

Riteniamo essenziale avviare un dialogo strutturato e collaborativo con l'Enpap (Cassa previdenziale dellə psicologhə) per sviluppare strumenti concreti di sostegno, affinché tutte le colleghe e i colleghi possano affrontare questo importante cambiamento con maggiore serenità, sentendosi parte di una comunità professionale e di un sistema più equo e inclusivo.


PAZ propone di:

  1. Offrire un ciclo di incontri come OPP che prevedano due focus: uno sugli aspetti burocratico-economici (sussidi e possibilità che l'Ordine professionale e la Cassa Previdenziale offrono) e uno su quelli emotivi (ad esempio: condivisione circa l'equilibrio vita professionale/personale, preoccupazioni rispetto al ritorno al lavoro);

  2. Sospendere la quota di iscrizione annuale ordinistica per l'anno di nascita o adozione, a beneficio di colleghe ma anche di colleghi che intraprendono il percorso della genitorialità;

  3. Attivare convenzioni con asili nido e servizi per l'infanzia, a disposizione di tuttə lə iscrittə;

  4. Rafforzare il dialogo con Enpap al fine di favorire una dimensione più ampia di supporto alla genitorialità, come la possibilità di estendere il periodo di indennità di maternità e di prevedere un supporto, anche economico, per situazioni quali malattia di figli e figlie;

  5. Prevedere la possibilità del collegamento da remoto per eventi formativo-professionali, per tutelare la condizione di genitorialità e il lavoro di cura dellə colleghə.



SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

All'interno del sistema sanitario attuale si registra un'evidente carenza di personale psicologico in diverse aree, persino in quelle che si occupano specificatamente di salute mentale. Questa mancanza costringe la cittadinanza a ricorrere, quasi obbligatoriamente, a professionistə nel settore privato, limitando le possibilità di accesso al supporto psicologico solo a chi ha le possibilità economiche.

Inoltre, la condizione contrattuale di chi lavora nei servizi non è sempre rosea: la maggior parte dellə colleghə opera attualmente in regime di convenzione o addirittura in libera professione, vale a dire con Partita Iva. Questa modalità di lavoro presenta significative limitazioni, come l'impossibilità di avanzamenti di carriera e la mancanza di tutele, come in caso di chiusura del servizio o in caso di malattia, e l'assenza di alcun sostegno o garanzia in caso di maternità, ecc.

Nello specifico in Piemonte, a partire dal 2019, si è registrato un calo dell'11% del personale destinato ai Dipartimenti che si occupano di salute mentale, arrivando ad avere solo un/una professionista su tre rispetto alle altre regioni italiane. Inoltre, i CSM hanno ridotto orari e capacità di accoglienza. Nel 2022 solo il 2,7% del Fondo sanitario regionale è stato destinato alla salute mentale (nel resto del nostro Paese era il 3%, con l'obiettivo di raggiungere il 5% entro il 2026). Questo ha determinato un aumento del 49% degli accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici, un +143% di ricoveri in reparti non psichiatrici, una diminuita capacità di accoglienza dei nuovi casi (- 13% rispetto alla media nazionale) e la mancata erogazione di quasi 12 prestazioni annue per paziente. Tra le professioni che hanno subìto un ridimensionamento ci sono purtroppo anche lə psicologə, per cui le nuove assunzioni non hanno compensato il numero dei pensionamenti.

È fondamentale quindi promuovere l'assunzione di psicologə come dipendenti pubblici ed estendere il progetto della psicologia delle cure primarie, attualmente in fase sperimentale in Piemonte e in attesa di una regolamentazione a livello nazionale. Integrare stabilmente questa figura nei servizi di base rappresenterebbe un passaggio importante per favorire un primo accesso psicologico per chiunque ne senta il bisogno. Allo stesso tempo, incrementare il numero di figure psicologiche nei servizi di Salute Mentale garantirebbe una maggiore sostenibilità nei percorsi e un lavoro sulla prevenzione e sulla salute oltre che sulle situazioni critiche.

Per questo riteniamo necessario che l'Ordine degli Psicologi si impegni attivamente in un dialogo con le istituzioni, come l'Assessorato alla Sanità e le ASL, al fine di sostenere l'integrazione di figure psicologiche nel personale dipendente e di sbloccare le assunzioni tramite specifici concorsi.


PAZ si propone di:


Mantenere un dialogo attivo tra Ordine e istituzioni (Assessorato alla Sanità e ASL) che miri a:

  1. Incrementare le risorse da destinare alla prevenzione ambulatoriale, domiciliare e semiresidenziale, prevedendo un aumento significativo delle psicologhe e degli psicologi nel SSN, partendo dalla compensazione del mancato turnover;

  2. Integrare le figure psicologiche nel personale dipendente, evidenziando l'urgenza di sbloccare le assunzioni tramite specifici concorsi. Riteniamo fondamentale l'assunzione di dirigenti psicologi che possano assumere ruoli di responsabilità nelle Strutture Complesse di Psicologia;

  3. Sostenere percorsi di cura integrati nei contesti di vita, grazie alla multiprofessionalità delle equipe di lavoro e alla stretta collaborazione tra pubblico e privato (enti del terzo settore) evitando di andare verso una corsa al ribasso;

  4. Aumentare l'orario di apertura dei CSM ad almeno 6 giorni a settimana, così come richiesto a gran voce da svariate realtà del territorio piemontese;

  5. Continuare a sostenere il progetto della psicologia delle cure primarie a livello regionale, inserendo in organico i colleghi e le colleghe coinvolte e mantenendo il servizio all'interno delle Strutture Complesse di Psicologia, con l'intento di rendere capillare a livello nazionale.



TERZO SETTORE

In linea con l'evoluzione del mercato del lavoro, anche lə psicologə, in particolare lə colleghə di recente abilitazione, si trovano spesso a lavorare in contesti che richiedono l'apertura della partita IVA, pur applicando i criteri tipici del lavoro dipendente. Ciò genera situazioni ibride, in cui lə professionistə si fanno carico solo degli oneri di entrambe le tipologie di lavoro, vedendo minimizzati invece i vantaggi e le tutele.

Questo fenomeno si manifesta in modo particolare nel Terzo Settore - cooperative, onlus, associazioni e aziende che gestiscono progetti in comunità residenziali, scuole e, più in generale, a livello territoriale. In questi ambiti vengono proposti contratti, lettere d'incarico o accordi che obbligano lə professionistə a subordinare il proprio intervento alle logiche e ai tempi organizzativi delle strutture, riducendo così flessibilità e autonomia, senza tuttavia offrire sufficienti tutele.

Riteniamo fondamentale che l'Ordine si adoperi e apra un dialogo con le principali organizzazioni presenti sul territorio, con l'obiettivo di tutelare colleghə coinvolte in questi accordi di lavoro ibridi.


Residenzialità Psichiatrica

Nelle comunità psichiatriche, la DGR n. 22-8794 del 5 aprile 2019 consente allə psicologə di coprire fino al 30% delle ore educative totali, in risposta alla richiesta di operatorə professionali. Tuttavia, la realtà territoriale evidenzia la difficoltà delle cooperative nel reperire un numero sufficiente di operatorəi, portando alla ricerca di psicologə, spesso specializzandə, che vengono impiegatə come liberə professionistə. Questa situazione genera un contesto complesso, in cui lə colleghə sono inquadratə in modi diversi e sottopostə a condizioni lavorative spesso ambigue e non conformi al loro profilo professionale. Inoltre, quando la percentuale suddetta viene superata, le strutture residenziali devono ricorrere a deroghe temporanee per consentire la permanenza dellə psicologə, aggravando ulteriormente l'incertezza lavorativa.

Il monte ore è altamente variabile, con picchi di sovraccarico in periodi specifici dell'anno — come durante le festività o quando lə colleghə con contratto sono in malattia — seguiti da cali drastici dell'impegno lavorativo, creando così una forte instabilità per lə professionistə. L'assenza di garanzie sul monte ore mensile, insieme alla mancanza di limiti sulle ore lavorative consentite, espone lə psicologə a una condizione di vulnerabilità, con ripercussioni negative sulla qualità del lavoro, sul rapporto con l'utenza e un aumento del rischio di burnout.

Appare quindi indispensabile avviare un dialogo tra le parti coinvolte, tenendo conto delle reali esigenze del territorio e migliorando le condizioni lavorative dellə psicologə impiegatə, per esempio ampliando in maniera più adeguata al fabbisogno reale la percentuale di ore coperte dallə psicologə, nel rispetto dell'ambito professionale dellə altrə operatorə.

Inoltre, è sempre più evidente la mancanza di psicologə strutturatə all'interno dei Servizi di Salute Mentale, un aspetto che potrebbe favorire percorsi riabilitativi più efficaci, oggi spesso caratterizzati da un mero assistenzialismo.


Educative Specialistiche

Negli ultimi anni si assiste a una crescente domanda di interventi educativi specializzati sul territorio, dove viene spesso richiesta la presenza di psicologə. I fondi destinati a queste iniziative provengono da Comuni, Regioni e realtà private. Molte associazioni ed enti partecipano ai bandi e svolgono un ruolo di mediazione tra le parti coinvolte. Lə psicologhə e i vari enti sul territorio (come scuole, NPI, CSM e servizi sociali) riescono a collaborare grazie ai canali che questi enti riescono a creare.

Tuttavia, anche nel contesto delle educative specialistiche emergono dinamiche non adeguatamente regolamentate, in cui lə professionistə operano in condizioni simili al lavoro dipendente, nonostante sia richiesta la partita IVA e, spesso, il compenso percepito non è congruo rispetto al tipo di lavoro svolto.

Vista l'importanza degli interventi in questo ambito, che svolgono un ruolo cruciale nel rilevare problematiche e fragilità e nella prevenzione, riteniamo necessario stabilizzare lə professionistə coinvoltə, garantendo un adeguato riconoscimento sia sul piano dell'inquadramento professionale che in termini economici.


PAZ si propone di:

  1. Assumere una posizione ufficiale come Ordine professionale e sensibilizzare sia lə psicologhə sia le organizzazioni sulle tematiche legate ai diritti del lavoro;

  2. Avviare tavoli di discussione con le principali organizzazioni del territorio, al fine di tutelare lə psicologhə coinvoltə e, di riflesso, l'utenza con cui lavorano;

  3. Valutare la creazione di un ente dedicato e specializzato, che possa rappresentare lə psicologhə in questi contesti;

  4. Garantire un intervento adeguato e sostenibile attraverso una modalità di dialogo e di tutela dell'utenza e dellə professionistə.



CONTINUITA' DELLA CURA TRA PUBBLICO E PRIVATO

L'attuale Servizio Sanitario Nazionale è fortemente carente di risorse economiche e umane, con il conseguente allungamento delle liste d'attesa per l'accesso ai servizi e il rischio di un calo della qualità della cura, sempre più frammentata e ridotta nei tempi.

Un numero crescente di professionistə del nostro Ordine opera in collaborazione con Enti del Terzo Settore, come associazioni, imprese sociali, cooperative e studi clinici. Queste realtà svolgono un ruolo essenziale nell'integrazione dei servizi offerti dalle strutture pubbliche, comprese quelle residenziali e semiresidenziali. Attraverso modelli organizzativi orientati all'accessibilità, come l'uso di spazi condivisi e tariffe calmierate, riescono a garantire la continuità di percorsi di cura che altrimenti rischierebbero di interrompersi (ad esempio dopo un ricovero, un periodo in comunità o un trattamento in DH).

Per consolidare e ampliare il loro impatto, sarebbe fondamentale avviare o rinforzare il sostegno di finanziamenti e convenzioni, pubbliche e private, che ne riconoscano il valore e ne favoriscano l'integrazione con i servizi esistenti


PAZ si propone di:

  1. Favorire la costruzione di un sistema integrato tra servizio pubblico e privato, che permetta una presa in carico più efficace e accessibile delle persone che necessitano di supporto psicologico;

  2. Promuovere la continuità della cura attraverso la creazione di protocolli di collaborazione tra enti pubblici e realtà del Terzo Settore, per garantire una transizione fluida tra i diversi servizi e percorsi di cura;

  3. Sostenere il miglioramento della qualità dell'assistenza attraverso il confronto tra professionistə dei due ambiti, valorizzando le esperienze già attive sul territorio e incentivando il dialogo istituzionale per riconoscere e supportare queste forme di intervento;

  4. Sollecitare l'attivazione di finanziamenti e convenzioni, anche da parte delle istituzioni pubbliche, che possano sostenere il lavoro delle realtà private e del Terzo Settore, al fine di ampliare l'accessibilità ai servizi psicologici per tuttə.



TIROCINIO E VOLONTARIATO

Il Tirocinio Pratico Valutativo (TPV), diventato parte integrante del percorso di laurea, e il tirocinio di specialità associato alle Scuole di Specializzazione di Psicoterapia, sono fasi fondamentali per la preparazione e la formazione psicologica e psicoterapeutica di colleghə, specialmente alla luce della recente riforma sulle lauree abilitanti.

Tuttavia, durante queste esperienze, viene spesso riportata una condizione di scarso apprendimento formativo o addirittura di vero e proprio sfruttamento, a causa di due più comuni problematiche:

  • richieste informali e pressioni per un monte ore superiore a quello stabilito;

  • attribuzioni di mansioni non coerenti con l'offerta formativa concordata.

È necessaria una ridefinizione del tirocinio che consenta a chi è in formazione di completare il proprio percorso senza ostacoli di natura economica, temporale o di mansioni inappropriate rispetto al profilo formativo e quantitativo previsto. Questa ridefinizione dovrebbe includere l'adozione di linee guida chiare e vincolanti per le strutture ospitanti, garantendo che il tirocinio sia un'esperienza realmente formativa e garantisca l'acquisizione di competenze pratiche in contesti adeguati.

Inoltre, in Piemonte, le ASL e i servizi territoriali offrono la possibilità di svolgere ore di "frequenza volontaria" per incrementare le proprie competenze professionali. Pur riconoscendo il valore sociale del volontariato, è fondamentale distinguerlo da una forma di lavoro non retribuito che, a volte, diviene un meccanismo di sfruttamento mascherato. Questo accade, ad esempio, quando il volontariato viene collegato a prospettive di borse di studio, collaborazioni o accesso a posizioni di lavoro, diventando spesso un requisito implicito per future collaborazioni o tirocini.

Questi fenomeni evidenziano alcune problematiche: la presenza di persone volontarie e tirocinanti impiegate per sopperire a carenze di personale nel Servizio Sanitario pubblico non solo limita la ricerca di soluzioni lavorative reali, ma rischia di mantenere bloccati assunzioni e turn-over. Inoltre, in tal modo, vengono premiati atteggiamenti di compiacenza piuttosto che competenze professionali, alimentando il fenomeno dei concorsi "su misura".

A fine 2024, in Lazio, la L.A.Psi ha ottenuto l'erogazione di borse di studio per i tirocini delle scuole di specialità di psicoterapia afferenti all'università. La retribuzione per il momento è rivolta soltanto alle scuole pubbliche, ma la misura rappresenta un primo passo verso un riconoscimento della dignità professionale di chi, già iscritto all'Albo, svolge un'attività fondamentale per il SSN.

Riteniamo quindi che sia fondamentale tutelare il ruolo di tirocinanti e professionalità, garantire che le prestazioni sanitarie vengano erogate da personale assunto e impedire che il Servizio Sanitario Nazionale sfrutti manodopera gratuita per servizi riconosciuti come diritti della cittadinanza, ma che piuttosto si adoperi per fornire un'adeguata retribuzione per chi svolge questo tipo di attività (L.E.A. - DPCM 12 gennaio 2017).


PAZ si propone di:

  1. Agire a livello istituzionale affinché vengano aggiornati regolamenti e disposizioni in merito ai tirocini che definiscano linee guida chiare e vincolanti per le strutture ospitanti, garantendo esperienze realmente formative;

  2. Limitare il peso del volontariato tra i titoli preferenziali per l'accesso ai concorsi pubblici;

  3. Preservare il diritto allo studio, collaborando con le Scuole di Specializzazione accreditate per istituire una quota annua di "borse di studio";

  4. Garantire una formazione sempre più accessibile e qualificante al di fuori delle università, collaborando con gli altri attori coinvolti come Regione e Asl;

  5. Promuovere la retribuzione dei tirocini di specialità per garantire un percorso formativo equo e dignitoso per tuttə lə professionistə in formazione, ampliando la misura approvata in regione Lazio a tutte le scuole di specializzazione riconosciute dal MIUR a livello nazionale, affinché tutti lə tirocinantə, indipendentemente dalla natura dell'ente formativo, possano ricevere un adeguato riconoscimento economico per il proprio lavoro.



CARCERI

Dalla chiusura definitiva degli OPG nel 2017, le persone detenute con diagnosi psichiatrica non vengono più automaticamente trasferite nelle REMS (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza), in virtù della distinzione tra risposte sanzionatorie (pene per gli imputabili) e misure di sicurezza per i non imputabili. Questo cambiamento ha avuto due effetti contrastanti: da un lato, ha evitato di delegare la presa in carico esclusivamente alle REMS; dall'altro, quando la persona viene ritenuta compatibile con l'ambiente carcerario, ha lasciato il trattamento e la cura in un contesto inadeguato, privo delle risorse e del numero di professionisti necessari, come evidenziato anche nell'ultimo Rapporto Antigone.

Attualmente, la cura del disagio psichico è concentrata nelle ATSM (Articolazioni per la tutela della salute mentale), strutture a prevalente gestione sanitaria, presenti in un unico istituto penitenziario per regione. In Piemonte, l'ATSM è collocata all'interno della Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno" di Torino, nel reparto "Sestante".

Sebbene le persone detenute con diagnosi psichiatrica acuta siano meno di 300 su oltre 55.000 detenuti, non dobbiamo dimenticare che il disagio mentale è un fenomeno diffuso in tutta la popolazione carceraria. Negli ultimi dieci anni, si è registrato un aumento significativo nell'uso di psicofarmaci: oltre 15.000 detenutə (circa il 20%) fanno uso di stabilizzatori d'umore, antipsicotici e antidepressivi, mentre il 40% assume sedativi o ipnotici.

A livello regionale, si riscontrano le stesse criticità che emergono su scala nazionale, con particolare riferimento alla grave carenza di personale sanitario (medicə, infermierə, psicologə), a fronte di un incremento degli episodi di autolesionismo e di suicidi. Non è più sufficiente rispondere al grido d'aiuto attraverso soluzioni temporanee come lo sconto di giorni di detenzione in caso di sovraffollamento, né è giustificabile la diversificazione dei trattamenti farmacologici tra carcere e carcere, nonostante la normativa regionale vieti l'uso di determinati farmaci per il trattamento comportamentale delle persone detenute.

Inoltre, in Piemonte è stato istituito il Gruppo Tecnico per la Tutela della Salute in ambito penitenziario (GTISP) con Deliberazione della Giunta Regionale 3 dicembre 2007, n. 4-7657. Si tratta di un tavolo interistituzionale con funzioni tecniche, ma che non risulta sufficiente per affrontare in modo organico i problemi della sanità penitenziaria, ovvero mettendo in relazione il sistema sanitario regionale con quello penitenziario. Più volte è emersa la necessità di una maggiore collaborazione tra le diverse parti coinvolte nella gestione e nella cura delle persone detenute.

In conclusione, è fondamentale costruire una rete di supporto diffusa e coinvolgente, che comprenda gli enti del terzo settore e la comunità in generale. Questa rete è essenziale tanto per le attività trattamentali intramurarie quanto per l'accompagnamento alla rimessa in libertà, una volta conclusa la pena, o per il passaggio a misure alternative. Attualmente, si registra una carenza sia di opportunità rieducative interne che di collegamenti con il mondo esterno (es. housing sociale, orientamento al lavoro, ecc.).


PAZ si propone di:

  1. Sostenere il bisogno di salute mentale sia delle persone detenute che del personale penitenziario, entrambə immersə in un ambiente insalubre.

  2. Richiedere la partecipazione al Gruppo Tecnico per la Tutela della Salute in ambito penitenziario;

  3. Sviluppare collaborazioni tra i vari Ordini professionali e con gli enti del Terzo settore, anche favorendo l'utilizzo di strumenti come una mappatura (vedi punto specifico) dei vari servizi psicologici ed educativi connessi alle necessità penitenziarie;

  4. Richiedere un aumento delle figure psicologiche sia nei percorsi intramurari che extra moenia per permettere dei percorsi specifici rivolti allə detenutə con qualsiasi situazione giuridica e a tutto il personale penitenziario che vive quotidianamente l'ambiente detentivo;

  5. Tutelare maggiormente lə colleghə che operano nei contesti giuridico-forensi e penitenziari.



SCUOLA

La psicologia scolastica è un servizio fondamentale per il benessere psico-sociale degli studenti, delle famiglie e del personale scolastico. Gli interventi devono mirare a promuovere la cultura psicologica, favorire il supporto alle situazioni di vulnerabilità e attuare misure preventive per individuare i soggetti a rischio prima che le difficoltà diventino croniche o gravi.

In Piemonte, la Regione ha avviato un progetto pilota per inserire stabilmente la figura dellə psicologə scolasticə nelle scuole, con risultati molto positivi. Questa figura si è rivelata essenziale nel supportare lə studentə e lə insegnantə nella gestione di problematiche relazionali, comportamentali e di apprendimento, contribuendo a creare ambienti scolastici più sereni, inclusivi e stimolanti.

La legge Regionale n. 9/2022 prevede l'implementazione della figura dellə psicologə scolasticə in ogni Istituto, con il Consiglio Regionale che ha stanziato 600.000 € per il triennio 2023-2025. A livello nazionale, un emendamento alla legge di bilancio ha previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per la psicologia scolastica nel 2025, con un aumento a 18,5 milioni dal 2026.

Per garantire la continuità e la stabilità di questo servizio, è necessario che il progetto venga esteso progressivamente a tutte le scuole, assicurando che ogni Istituto possa beneficiare della presenza di una figura psicologica dedicata. Questo rappresenta un passo fondamentale per il benessere e lo sviluppo dellə studentə, nonché per il miglioramento dell'intero sistema educativo.


PAZ si propone di:

  1. Continuare a sensibilizzare sull'importanza della figura dello psicologo scolastico, sottolineando il suo ruolo fondamentale nel promuovere il benessere e la salute mentale degli studenti e del personale educativo;
  2. Facilitare la creazione di una rete tra i colleghi che operano nelle scuole, favorendo lo scambio di esperienze e la cooperazione tra professionisti;
  3. Promuovere la ricerca e la formazione in psicologia scolastica, affinché le competenze acquisite siano sempre più aggiornate e rispondenti ai bisogni emergenti; 
  4. Partecipare ai tavoli di lavoro con la Regione e l'Assessorato alle politiche sociali per garantire il mantenimento e l'ampliamento dei finanziamenti dedicati al servizio psicologico nelle scuole.



NUOVI AMBITI DI INTERVENTO E NUOVI STRUMENTI DI LAVORO

Negli ultimi anni si è reso sempre più necessario l'intervento dellə psicologhə in nuovi contesti, quali le situazioni di emergenza, l'assistenza umanitaria, l'incontro fra migranti e realtà ospitanti, la cooperazione allo sviluppo, i progetti di integrazione delle persone con disabilità, lo sport e le forze armate.

Risulta quindi essenziale valorizzare il contributo dellə colleghə nella promozione della salute in questi ambiti, incrementando la formazione specifica e la ricerca per sviluppare competenze adeguate e permettere alla categoria di operare efficacemente in tali situazioni.

Parallelamente, si è affermato un altro fenomeno di grande rilievo nel panorama attuale: lo sviluppo del lavoro psicologico online, in particolare tramite apposite piattaforme che mettono in contatto professionistə e utentə. L'utilizzo delle piattaforme digitali per la psicoterapia e gli interventi psicologici ha inizialmente risposto a un bisogno contingente, in particolare durante il periodo pandemico, trasformandosi progressivamente nel corso degli anni in una modalità di lavoro stabile e ordinaria. Queste piattaforme propongono una differente declinazione di intervento psicologico e di psicoterapia favorendo un alto livello di accessibilità e talvolta riducendo gli ostacoli e le resistenze che incontrano le persone quando intendono intraprendere un percorso su di sé.

Questo stesso livello di accessibilità vale anche per lə colleghə, soprattutto quellə da poco inseritə nel mondo della professione, in quanto molte di queste realtà permettono di sviluppare esperienze cliniche e di svolgere la professione psicologica a tutti gli effetti anziché avvicinarsi a quella educativa o di insegnamento, come spesso accade durante la specializzazione.

Tuttavia, lo sviluppo di queste realtà solleva interrogativi importanti sulla trasformazione della professione e sulla percezione del ruolo dellə psicologhə. È necessario perciò riflettere su come assicurare che il diffondersi della psicologia online avvenga nel rispetto dei principi etici e deontologici, senza che il senso della cura e della salute dell'individuo venga subordinato a logiche di profitto.

Di fronte a questi cambiamenti, riteniamo fondamentale che l'Ordine intervenga, costruendo uno spazio di riflessione sul corretto utilizzo della modalità di lavoro online e facendosi garante della tutela tanto dellə utentə quanto dellə professionistə coinvoltə nell'utilizzo delle piattaforme.


PAZ si propone di:

  1. Creare linee guida per i nuovi ambiti di intervento e le nuove modalità di lavoro, anche a livello deontologico. Queste linee guida dovrebbero definire competenze, responsabilità e modalità di intervento;

  2. Promuovere attività di ricerca che forniscano dati concreti a supporto della necessità di interventi psicologici e sottolineino la necessità di un maggiore riconoscimento istituzionale della nostra figura professionale;

  3. Sostenere un modello di salute mentale centrato sulla persona, piuttosto che sulla malattia, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro permanente dedicato alla riflessione continua sulla salute mentale e sul ruolo della psicologia in questi ambiti;

  4. Promuovere iniziative che favoriscano l'inclusione sociale di tuttə lə utentə, integrando servizi di etnopsichiatria ed etnopsicologia all'interno del Servizio Pubblico;

  5. Disporre momenti di confronto con lə professionistə che collaborano con queste realtà e creare un ponte dialogico con lə responsabilə delle piattaforme.



MAPPATURA

L'assenza di una mappatura esaustiva e completa dei servizi in siti ufficiali che rendono note le associazioni (o in senso più lato gli ETS - Enti del Terzo Settore), le cooperative e simili realtà sul territorio, ma anche gli stessi studi clinici, dove spesso lə nostrə colleghə lavorano quotidianamente, rende difficile individuare tutti i servizi territoriali che si occupano di salute mentale. Esistono già alcune iniziative in questo senso, come ad esempio un progetto da parte della Rete di Psicoterapia Sociale del Piemonte che si propone di mettere insieme le diverse realtà del territorio in unico portale accessibile a tutta la cittadinanza. Una collaborazione istituzionale in iniziative come questa permetterebbe un'esplorazione più approfondita dei vari servizi presenti sul territorio.

La creazione di tale mappatura, o il potenziamento di soluzioni simili già esistenti, permetterebbe anche allə altrə professionistə di poter facilmente accedere al nostro operato, agevolando quindi la cittadinanza nella medesima ricerca.

L'inserimento all'interno di un tessuto facilmente individuabile supporterebbe inoltre la rete tra lə professionistə di settore, la rete inter e multidisciplinare e favorirebbe un miglior accesso a fondi/bandi/finanziamenti destinati all'ambito di riferimento e alle specifiche tematiche che ogni singola realtà persegue come mission del proprio lavoro.

L'ufficializzazione di tale operato infine porterebbe a studi e statistiche che renderebbero maggiormente noti i dati relativi alle difficoltà psichiche, così da orientare al meglio l'erogazione dei diversi interventi sul territorio.


PAZ si propone di:

  1. Invitare tutte le realtà esistenti in Piemonte in ambito psicologico a segnalare la proprio servizio all'OPP;

  2. Collaborare con l'attuale Rete di Psicoterapia Sociale o con altre realtà simili per fornire un elenco di tutti i servizi che si occupano di salute mentale in senso ampio con relativa descrizione e ambito specifico;

  3. Permettere, divulgando e potenziando i progetti già esistenti, il miglioramento della comunicazione tra professionistə e tra questə ultimə e la cittadinanza.



PROVINCE


L'Ordine degli Psicologi del Piemonte ha il dovere di tutelare lə professionistə che operano in tutta la Regione, quindi non solo nella città di Torino ma in tutte le province che ne fanno parte (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli).

Soprattutto in alcuni territori, a seguito della chiusura post pandemica degli Infopoint, lə psicologhə hanno perso dei riferimenti fondamentali. Questo ha reso più complessa la comunicazione tra i vari servizi e ha inoltre tolto un centro di attività formative, limitando la possibilità di fare rete tra colleghə e riducendo il dialogo con il Consiglio dell'Ordine. Ciò ha minato ulteriormente il senso di appartenenza e di partecipazione dellə colleghə con un conseguente disinvestimento rispetto alle politiche professionali.

In alcuni casi, la mancanza di riferimenti chiari ha spinto alcunə colleghə a organizzare eventi formativi con altri Ordini professionali, più presenti sul territorio e più facilmente accessibili.

Riteniamo fondamentale lavorare per rafforzare la presenza del nostro Ordine professionale su tutto il territorio regionale, favorendo un collegamento più solido con le realtà locali e garantendo un accesso più equo ai servizi, sia in forma fisica che telematica, per ricostruire un senso di comunità e partecipazione attiva.


PAZ si propone di:

  1. Condurre un'analisi dei contesti provinciali al fine di identificare i territori con un maggiore livello di dispersione e di isolamento rispetto all'OPP;

  2. Ripristinare le figure di referentə in tutte le province, con la riattivazione degli sportelli fisici già esistenti, dedicati all'ascolto e al supporto di colleghə di ogni realtà territoriale;

  3. Promuovere l'organizzazione di eventi in sedi decentrate rispetto al capoluogo, come convegni, gruppi di lavoro e forum tematici.



CONTATTI CON ALTRI ORDINI PROFESSIONALI

Esiste ad oggi una crescente consapevolezza e un conseguente riconoscimento dell'importanza delle discipline psicologiche, non solo da parte della cittadinanza ma anche degli altri Ordini professionali. Sono sempre più presenti progetti e programmi che promuovono l'integrazione tra le varie discipline (psicologia e medicina, giurisprudenza, mediazione culturale, alimentazione e nutrizione, preparazione sportiva,…) e, anche nel campo della formazione, la collaborazione tra diverse figure professionali è in crescita rispetto al passato, per cui viene sempre più promossa una cultura di lavoro in rete.

Tuttavia, rimangono ancora molte barriere comunicative tra professionalità diverse, spesso amplificate da pregiudizi derivanti da una scarsa conoscenza delle reciproche competenze e possibilità di intervento, con il rischio di un approccio alla persona e alla cura ancora troppo frammentato.

Ci sembra dunque importante che il nostro Ordine Professionale attivi un maggiore confronto con gli altri Ordini presenti sul territorio regionale, al fine di confrontarsi rispetto alle buone prassi e di condividere interessi e idee, con l'obiettivo di agire sinergicamente per il benessere delle persone e della comunità.


PAZ si propone di:


  1. Sensibilizzare la cittadinanza e gli altri Ordini professionali sull'importanza della collaborazione interdisciplinare, attraverso tavoli di discussione e campagne di comunicazione dedicate;

  2. Organizzare eventi, seminari e workshop che coinvolgano professionalità di diversi Ordini, per creare un ambiente di scambio di conoscenze e idee;

  3. Incentivare lo sviluppo di progetti che richiedano competenze differenti, così da attivare un lavoro sinergico tra i vari Ordini professionali.




Crea il tuo sito web gratis!