Linguaggio ampio

È ormai noto come le parole possano, oltre che contribuire alla costruzione di identità individuali e collettive, essere un potente mezzo per l'affermazione o, al contrario, la negazione di diritti. Nonostante ciò, il linguaggio istituzionale (e non solo) continua a utilizzare il maschile sovraesteso come forma linguistica più consueta, anche nelle comunicazioni del nostro Ordine Professionale, sebbene questo sia composto in larghissima parte da persone di genere femminile.

Riteniamo particolarmente importante, per un'istituzione che ha la responsabilità di rappresentare e promuovere i valori di uguaglianza e rispetto, prendere consapevolezza di come il linguaggio possa essere uno degli strumenti più emblematici della lotta alle disuguaglianze e sosteniamo quindi la necessità di una maggiore rilevanza per le parole che vengono utilizzate nella propria comunicazione.

Tramite l'uso di un linguaggio ampio, infatti, dimostriamo rispetto e riconoscimento per tutte le persone, che possono così sentirsi maggiormente rappresentate. Di conseguenza, possiamo migliorare l'interazione e la cooperazione tra coloro che compongono la comunità professionale.

Infine, un Ordine Professionale che amplia i propri orizzonti linguistici, restituisce alla cittadinanza la volontà di lavorare attivamente per ampliare gli orizzonti mentali, sociali e culturali.


PAZ si propone di:


  1. Modificare il nome ufficiale "Ordine degli psicologi del Piemonte" in "Ordine delle psicologhe e degli psicologi del Piemonte", come già realizzato dagli Ordini regionali del Veneto e della Puglia;

  2. Utilizzare, quanto più possibile, nelle proprie comunicazioni ufficiali e non, un linguaggio ampio e rispettoso di tutte le persone, con particolare attenzione a chi appartiene a categorie marginalizzate (ad esempio: in occasione di eventi e incontri scegliere formule neutre quando si parla di categorie, come "le persone adolescenti e adulte", o declinare al femminile i titoli professionali se a ricoprire i ruoli sono colleghe o se il gruppo di lavoro è composto per la maggior parte da donne; all'interno di bandi di concorso interni, privilegiare formule neutre ("collega"), pronomi indefiniti o strutture impersonali ("chi deve" oppure "è necessario inviare"); evitare, ove possibile, l'uso del maschile sovraesteso o specificare, quando utilizzato, che si riferisce a tutte le persone.


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