Carceri


Dalla chiusura definitiva degli OPG nel 2017, le persone detenute con diagnosi psichiatrica non vengono più automaticamente trasferite nelle REMS (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza), in virtù della distinzione tra risposte sanzionatorie (pene per gli imputabili) e misure di sicurezza per i non imputabili. Questo cambiamento ha avuto due effetti contrastanti: da un lato, ha evitato di delegare la presa in carico esclusivamente alle REMS; dall'altro, quando la persona viene ritenuta compatibile con l'ambiente carcerario, ha lasciato il trattamento e la cura in un contesto inadeguato, privo delle risorse e del numero di professionisti necessari, come evidenziato anche nell'ultimo Rapporto Antigone.

Attualmente, la cura del disagio psichico è concentrata nelle ATSM (Articolazioni per la tutela della salute mentale), strutture a prevalente gestione sanitaria, presenti in un unico istituto penitenziario per regione. In Piemonte, l'ATSM è collocata all'interno della Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno" di Torino, nel reparto "Sestante".

Sebbene le persone detenute con diagnosi psichiatrica acuta siano meno di 300 su oltre 55.000 detenuti, non dobbiamo dimenticare che il disagio mentale è un fenomeno diffuso in tutta la popolazione carceraria. Negli ultimi dieci anni, si è registrato un aumento significativo nell'uso di psicofarmaci: oltre 15.000 detenutə (circa il 20%) fanno uso di stabilizzatori d'umore, antipsicotici e antidepressivi, mentre il 40% assume sedativi o ipnotici.

A livello regionale, si riscontrano le stesse criticità che emergono su scala nazionale, con particolare riferimento alla grave carenza di personale sanitario (medicə, infermierə, psicologə), a fronte di un incremento degli episodi di autolesionismo e di suicidi. Non è più sufficiente rispondere al grido d'aiuto attraverso soluzioni temporanee come lo sconto di giorni di detenzione in caso di sovraffollamento, né è giustificabile la diversificazione dei trattamenti farmacologici tra carcere e carcere, nonostante la normativa regionale vieti l'uso di determinati farmaci per il trattamento comportamentale delle persone detenute.

Inoltre, in Piemonte è stato istituito il Gruppo Tecnico per la Tutela della Salute in ambito penitenziario (GTISP) con Deliberazione della Giunta Regionale 3 dicembre 2007, n. 4-7657. Si tratta di un tavolo interistituzionale con funzioni tecniche, ma che non risulta sufficiente per affrontare in modo organico i problemi della sanità penitenziaria, ovvero mettendo in relazione il sistema sanitario regionale con quello penitenziario. Più volte è emersa la necessità di una maggiore collaborazione tra le diverse parti coinvolte nella gestione e nella cura delle persone detenute.

In conclusione, è fondamentale costruire una rete di supporto diffusa e coinvolgente, che comprenda gli enti del terzo settore e la comunità in generale. Questa rete è essenziale tanto per le attività trattamentali intramurarie quanto per l'accompagnamento alla rimessa in libertà, una volta conclusa la pena, o per il passaggio a misure alternative. Attualmente, si registra una carenza sia di opportunità rieducative interne che di collegamenti con il mondo esterno (es. housing sociale, orientamento al lavoro, ecc.).


PAZ si propone di:

  1. Sostenere il bisogno di salute mentale sia delle persone detenute che del personale penitenziario, entrambə immersə in un ambiente insalubre.

  2. Richiedere la partecipazione al Gruppo Tecnico per la Tutela della Salute in ambito penitenziario;

  3. Sviluppare collaborazioni tra i vari Ordini professionali e con gli enti del Terzo settore, anche favorendo l'utilizzo di strumenti come una mappatura (vedi punto specifico) dei vari servizi psicologici ed educativi connessi alle necessità penitenziarie;

  4. Richiedere un aumento delle figure psicologiche sia nei percorsi intramurari che extra moenia per permettere dei percorsi specifici rivolti allə detenutə con qualsiasi situazione giuridica e a tutto il personale penitenziario che vive quotidianamente l'ambiente detentivo;

  5. Tutelare maggiormente lə colleghə che operano nei contesti giuridico-forensi e penitenziari.

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